15 dicembre 2021

Bubbling e capturing

Cominciamo con un esempio.

Questo gestore è assegnato al <div>, ma viene eseguito anche se clicchiamo qualunque tag come ad esempio <em> oppure <code>:

<div onclick="alert('The handler!')">
  <em>If you click on <code>EM</code>, the handler on <code>DIV</code> runs.</em>
</div>

Non è un po’ strano? Perché il gestore su <div> viene eseguito se il click è su <em>?

Bubbling

Il principio alla base del bubbling è semplice.

Quando viene innescato un evento su un elemento, come prima cosa vengono eseguiti i gestori ad esso assegnati, poi ai nodi genitori, ed infine risale fino agli altri nodi antenati.

Poniamo il caso di avere 3 elementi annidati FORM > DIV > P con un gestore per ognuno di essi:

<style>
  body * {
    margin: 10px;
    border: 1px solid blue;
  }
</style>

<form onclick="alert('form')">FORM
  <div onclick="alert('div')">DIV
    <p onclick="alert('p')">P</p>
  </div>
</form>

Un click sul <p> interno innescherà onclick:

  1. Su questo <p>.
  2. Sul <div> esterno.
  3. Ed infine sul <form>.
  4. E così via fino a risalire fino all’oggetto document.

Quindi se clicchiamo su <p>, vedremo 3 alerts: pdivform.

Il processo viene soprannominato “bubbling”, perché gli eventi si comportano come delle “bolle”: dall’elemento interno vanno risalendo sempre più in alto, attraversando gli elementi genitori, come farebbe una bolla d’aria nell’acqua.

Quasi tutti gli eventi sono soggetti al bubbling.

La parola chiave in questa frase è “quasi”.

L’evento focus, per esempio, non è tra questi. Ci sono anche altri esempi, che incontreremo. Ma ancora una volta è un’eccezione, piuttosto che una regola, in quanto la maggior parte degli eventi sono soggetti al bubbling.

event.target

Un gestore su un elemento genitore può sempre ottenere i dettagli relativi all’elemento che ha innescato l’evento.

L’elemento annidato più in profondità che ha innescato l’evento viene chiamato elemento target, accessibile come event.target.

Notare le differenze rispetto a this (=event.currentTarget):

  • event.target – è l’elemento “target” che ha innescato l’evento, ed esso non cambia durante il processo di bubbling.
  • this – è l’elemento attuale, quello che sta eseguendo l’handler su di esso.

Per esempio, se abbiamo un gestore singolo form.onclick, esso è in grado di “catturare” tutti i click dentro il form. Non importa dove sia avvenuto il click, risalirà fino al <form> ed eseguirà il gestore.

Nel gestore form.onclick:

  • this (=event.currentTarget) è l’elemento <form>, perché il gestore è in esecuzione su di esso.
  • event.target è l’elemento all’interno del form che è stato cliccato.

Proviamolo:

Risultato
script.js
example.css
index.html
form.onclick = function(event) {
  event.target.style.backgroundColor = 'yellow';

  // chrome needs some time to paint yellow
  setTimeout(() => {
    alert("target = " + event.target.tagName + ", this=" + this.tagName);
    event.target.style.backgroundColor = ''
  }, 0);
};
form {
  background-color: green;
  position: relative;
  width: 150px;
  height: 150px;
  text-align: center;
  cursor: pointer;
}

div {
  background-color: blue;
  position: absolute;
  top: 25px;
  left: 25px;
  width: 100px;
  height: 100px;
}

p {
  background-color: red;
  position: absolute;
  top: 25px;
  left: 25px;
  width: 50px;
  height: 50px;
  line-height: 50px;
  margin: 0;
}

body {
  line-height: 25px;
  font-size: 16px;
}
<!DOCTYPE HTML>
<html>

<head>
  <meta charset="utf-8">
  <link rel="stylesheet" href="example.css">
</head>

<body>
  A click shows both <code>event.target</code> and <code>this</code> to compare:

  <form id="form">FORM
    <div>DIV
      <p>P</p>
    </div>
  </form>

  <script src="script.js"></script>
</body>
</html>

È possibile che event.target equivalga a this – succede quando si clicca direttamente sull’elemento <form>.

Interrompere il bubbling

Un evento di bubbling va dall’elemento target verso l’alto, normalmente fino al tag <html>, poi fino all’oggetto document. Alcuni eventi arrivano ad incontrare l’oggetto window, chiamando tutti i gestori lungo il suo cammino.

Ogni gestore può decidere che quell’evento è stato completamente processato ed interrompere il bubbling.

Il metodo per fare ciò è event.stopPropagation().

Per esempio, qui body.onclick non funziona se clicchiamo su <button>:

<body onclick="alert(`il bubbling non arriva fino a qui`)">
  <button onclick="event.stopPropagation()">Cliccami</button>
</body>
event.stopImmediatePropagation()

Se un elemento ha gestori multipli su un singolo elemento, allora se uno di questi interrompe il bubbling, gli altri continuano ad essere eseguiti.

In altri termini, event.stopPropagation() interrompe il bubbling da lì in poi, ma tutti gli altri gestori assegnati all’elemento corrente verranno eseguiti.

Per interrompere il bubbling ed evitare di eseguire i gestori sull’elemento attuale, c’è il metodo event.stopImmediatePropagation(). Dopo di esso non verrà eseguito nessun altro gestore.

Non interrompere il bubbling senza una necessità!

Il bubbling è conveniente. Non interromperlo senza una reale necessità: è ovvio ed architetturalmente ben congegnato.

Talvolta event.stopPropagation() nasconde piccole insidie che successivamente possono diventare problemi.

Ad esempio:

  1. Creiamo un menù annidato. Ogni sottomenù gestisce i click nei suoi elementi e chiama stopPropagation in modo che gli altri menù non inneschino eventi.
  2. Successivamente decidiamo di catturare i click nell’intera finestra, per tenere traccia dei comportamenti dell’utente (dove gli utenti cliccano). Alcuni sistemi analitici lo fanno. Solitamente il codice usa document.addEventListener('click'…) per catturare tutti i click.
  3. I nostri sistemi analitici non funzioneranno laddove i click vengano interrotti dastopPropagation. E, purtroppo, avremo delle “zone morte”.

In genere non ci sono reali necessità di interrompere il bubbling. Un problema che apparentemente lo richiede, può essere spesso risolto in altre maniere. Una di queste è quella di usare eventi personalizzati, di cui ci occuperemo più avanti. Possiamo anche scrivere i nostri dati dentro l’oggetto event in un gestore, e poi farli leggere da un altro, in questo modo possiamo passare ai gestori dei nodi genitori informazioni sui processi che avvengono più in basso.

Capturing

C’è un’altra fase nell’elaborazione degli eventi, chiamata “capturing”. Viene usata raramente nel codice, ma talvolta può essere utile.

Lo standard DOM Events descrive 3 fasi nella propagazione dell’evento:

  1. Fase capturing – l’evento va sull’elemento.
  2. Fase target – l’evento ha raggiunto l’elemento target.
  3. Fase bubbling – l’evento risale su dall’elemento.

Ecco la figura estratta dalle specifiche, di un click su un <td> dentro una tabella:

Ossia: per un click su <td> l’evento prima attraversa la catena degli antenati e scende giù fino all’elemento (fase capturing), dopodiché raggiunge il target ed è lì che viene innescato (fase target), ed infine risale su (fase di bubbling) chiamando i gestori lungo il suo cammino.

Prima abbiamo accennato solo al bubbling, in quanto la fase capturing è usata raramente. Normalmente è assolutamente trasparente.

I gestori aggiunti usando le proprietà on<event> o tramite gli attributi HTML o usando solo due argomenti in addEventListener(event, handler) non sanno nulla della fase di capturing, ma verranno coinvolti solo nella seconda e terza fase.

Per catturare un evento in questa fase, abbiamo bisogno di impostare l’opzione capture a true nel gestore:

elem.addEventListener(..., {capture: true})
// oppure solamente "true" che è un alias per {capture: true}
elem.addEventListener(..., true)

Ci sono due possibili valori dell’opzione capture:

  • Se false (valore predefinito), il gestore è impostato nella fase di bubbling.
  • Se true, il gestore è impostato nella fase di capturing.

Notare che mentre formalmente esistono 3 fasi, la seconda fase (“fase target”: l’evento ha raggiunto l’elemento) non viene gestita separatamente: i gestori, sia nella fase di capturing che nella fase di bubbling innescano in questa fase.

Vediamo le fasi di capturing e di bubbling in azione:

<style>
  body * {
    margin: 10px;
    border: 1px solid blue;
  }
</style>

<form>FORM
  <div>DIV
    <p>P</p>
  </div>
</form>

<script>
  for(let elem of document.querySelectorAll('*')) {
    elem.addEventListener("click", e => alert(`Capturing: ${elem.tagName}`), true);
    elem.addEventListener("click", e => alert(`Bubbling: ${elem.tagName}`));
  }
</script>

Il codice imposta i gestori di click per ogni elemento nel documento per vedere quali sono in azione.

Se clicchiamo su <p>, la sequenza sarà:

  1. HTMLBODYFORMDIV (fase di capturing, il primo listener):
  2. P (fase target, viene innescata due volte, dato che abbiamo impostato due listener: capturing e bubbling)
  3. DIVFORMBODYHTML (fase bubbling, il secondo listener).

La proprietà event.eventPhase restituisce il numero della fase in cui l’evento è stato catturato, ma viene usata raramente, dato che possiamo dedurla dal gestore.

Per rimuovere un gestore, removeEventListener ha bisogno della stessa fase

Se abbiamo assegnato l’evento con addEventListener(..., true), allora siamo obbligati a fare menzione della stessa fase in removeEventListener(..., true) per rimuovere l’handler con successo.

A parità di elemento e fase, i listeners verranno eseguiti secondo l’ordine di assegnazione

Nel caso in cui avessimo più gestori assegnati alla stessa fase, assegnati allo stesso evento, tramite addEventListener, verranno eseguiti secondo l’ordine di creazione:

elem.addEventListener("click", e => alert(1)); // vi è garanzia che venga eseguito prima
elem.addEventListener("click", e => alert(2));

Riepilogo

Quando viene scatenato un evento, l’elemento più annidato viene etichettato come “elemento target” (event.target).

  • Quindi l’evento si sposta in giù dalla root del documento fino all’event.target, chiamando gli eventi assegnati con addEventListener(..., true) lungo il suo cammino (true è una scorciatoia per {capture: true}).
  • Dopodiché vengono chiamati i gestori assegnati all’elemento stesso.
  • Quindi gli eventi risalgono verso l’alto dall’event.target alla root, chiamando i gestori assegnati tramite on<event>, gli attributi HTML oppure addEventListener privo però del terzo parametro false/{capture:false}.

Ogni handler accede alle proprietà dell’oggetto event:

  • event.target – L’elemento più interno che ha generato l’evento.
  • event.currentTarget (=this) – l’elemento che sta attualmente gestendo l’evento (quello che ha il gestore su di esso)
  • event.eventPhase – la fase corrente (capturing=1, target=2, bubbling=3).

Qualunque gestore può interrompere la propagazione dell’evento chiamando event.stopPropagation(), ma non è raccomandabile, in quanto non possiamo essere del tutto sicuri che non ne abbiamo bisogno ai livelli superiori, magari per questioni del tutto differenti.

La fase di capturing viene usata molto raramente, solitamente gestiamo gli eventi nella fase di bubbling. Ed in questo c’è una logica.

Nel mondo reale, quando avviene un incidente, prima intervengono le autorità locali. Loro conoscono meglio il posto dove è avvenuto. Quindi intervengono e autorità di alto livello in caso di necessità.

Per gli eventi è lo stesso. Il codice che assegna il gestore su un particolare elemento ha il massimo livello di dettagli dell’elemento e di cosa fa. Un gestore su un particolare <td> può essere adattato perfettamente per quel <td>, sa tutto su di esso, quindi dovrebbe avere la prima possibilità. Dopodiché i nodi immediatamente superiori conoscono il contesto, anche se un po’ meno, e così via fino ad arrivare al nodo di più alto livello che gestisce concetti generali e che quindi viene eseguito per ultimo.

Bubbling e Capturing gettano le basi per il concetto di “event delegation” un pattern di gestione degli eventi estremamente potente, che studieremo nel prossimo capitolo.

Mappa del tutorial

Commenti

leggi questo prima di lasciare un commento…
  • Per qualsiasi suggerimento - per favore, apri una issue su GitHub o una pull request, piuttosto di lasciare un commento.
  • Se non riesci a comprendere quanto scitto nell'articolo – ti preghiamo di fornire una spiegazione chiara.
  • Per inserire delle righe di codice utilizza il tag <code>, per molte righe – includile nel tag <pre>, per più di 10 righe – utilizza una sandbox (plnkr, jsbin, codepen…)