Come abbiamo già appreso dal capitolo Struttura del codice, i commenti possono essere di una singola riga: ed iniziano con //
oppure multilinea: /* ... */
.
Normalmente li utilizziamo per descrivere come e perché funziona il codice.
Inizialmente, l’inserimento di commenti può sembrare ovvio, ma i novizi solitamente non lo fanno nella maniera corretta.
Commenti sbagliati
I novizi tendono ad utilizzare i commenti per spiegare “cosa sta succedendo nel codice”. Come in questo esempio:
// Questo codice farà questa cosa (...) e questa (...)
// ...e altre cose...
very;
complex;
code;
Nel buon codice la quantità di commenti “esplicativi” dovrebbe essere minima. In realtà il codice dovrebbe essere facile da comprendere anche senza.
C’è una bellissima citazione a riguardo: “Se il codice è cosi poco chiaro da richiedere un commento, probabilmente dovrebbe essere riscritto”.
Ricetta: raccogliere in una funzione
Qualche volta può essere un beneficio rimpiazzare un pezzo di codice con una funzione, come in questo esempio:
function showPrimes(n) {
nextPrime:
for (let i = 2; i < n; i++) {
// controlla se i è un numero primo
for (let j = 2; j < i; j++) {
if (i % j == 0) continue nextPrime;
}
alert(i);
}
}
La migliore variante, sarebbe raccogliere il tutto in una funzione isPrime
:
function showPrimes(n) {
for (let i = 2; i < n; i++) {
if (!isPrime(i)) continue;
alert(i);
}
}
function isPrime(n) {
for (let i = 2; i < n; i++) {
if (n % i == 0) return false;
}
return true;
}
Ora possiamo capire il codice più facilmente. La funzione stessa diventa un commento. Questo tipo di codice viene definito auto-descrittivo.
Ricetta: creare funzioni
Anche se avete un lungo “pezzo di codice” come questo:
// qui aggiungiamo whiskey
for(let i = 0; i < 10; i++) {
let drop = getWhiskey();
smell(drop);
add(drop, glass);
}
// qui aggiungiamo della spremuta
for(let t = 0; t < 3; t++) {
let tomato = getTomato();
examine(tomato);
let juice = press(tomato);
add(juice, glass);
}
// ...
Potrebbe essere una buona idea raccogliere tutto in una funzione:
addWhiskey(glass);
addJuice(glass);
function addWhiskey(container) {
for(let i = 0; i < 10; i++) {
let drop = getWhiskey();
//...
}
}
function addJuice(container) {
for(let t = 0; t < 3; t++) {
let tomato = getTomato();
//...
}
}
Ripeto nuovamente, le funzioni stesse dovrebero dire cosa sta succedendo. Non dovrebbe esserci alcun bisogno di commenti. Inoltre anche l’architettura del codice è migliore quando è spezzata. Rende più chiaro lo scopo di ogni funzione.
Nella pratica, non possiamo evitare del tutto i commenti “esplicativi”. Ci sono algoritmi molto complessi. E ci sono vari “trucchi” con lo scopo di ottimizzare questo tipo di commenti. In linea di massima dovremmo però cercare di tenere il codice semplice ed auto-descrittivo.
Buoni commenti
Quindi, solitamente i commenti esplicativi sono sbagliati. Quali sono allora i commenti giusti?
- Descrivere l’architettura
-
Fornire un visuale di alto livello dei componenti, come interagiscono, come si comporta il flusso d’esecuzione in certe situazioni… In breve – gli “occhi d’aquila” del codice. Esiste uno speciale linguaggio di schematizzazione, UML per per la descrizione dell’architettura ad alto livello. Da studiare assolutamente.
- Documentare l’utilizzo di una funzione
-
Esiste una particolare sintassi JSDoc per documentare le funzioni: utilizzo, parametri, valori di ritorno.
Ad esempio:
/** * Ritorna la potenza n di x. * * @param {number} x La base della potenza. * @param {number} n Esponente, deve essere un numero naturale. * @return {number} x elevato alla n. */ function pow(x, n) { ... }
Questi commenti ci consentono di capire lo scopo della funzione e come utilizzarla correttamente senza guardarne il codice.
I molti casi, gli editor come WebStorm sono in grado di comprenderli e possono quindi utilizzarli per autocompletamenti e alcune verifiche automatiche del codice.
Ci sono anche tool come JSDoc 3 che possono generare documentazione in HTML a partire dai commenti. Puoi scoprire di più riguardo JSDoc su http://usejsdoc.org/.
- Perché l’azione viene risolta in quel modo?
-
Quello che viene scritto è fondamentale. Ma quello che non viene scritto potrebbe esserlo anche di più per capire cosa sta succedendo. Perché l’azione viene portata a termine in quel modo? Il codice non fornisce risposte.
Se ci sono diverse modalità di risolvere una determinata azione, perché si è scelta questa? Specialmente quando non risulta la scelta più ovvia.
Senza dei commenti si potrebbero generare le seguenti situazioni:
- Tu (o un tuo collega) apri il codice un po’ di tempo dopo, lo guardi e pensi che il codice è “poco ottimizzato”.
- Tu stesso potresti pensare: “Quanto stupido sono stato qui, e quanto intelligente sono adesso”, e riscriverla utilizzando la variante “più ovvia e corretta”.
- …Lo stimolo di riscriverla sarebbe forte. Ma quando l’hai scritta ti eri reso conto che la soluzione “più ovvia” era effettivamente peggiore. Andando a rileggerla potresti non ricordarti neanche perché. Quindi dopo averla riscritta ti rendi conto che è meglio tornare indietro, hai sprecato tempo.
Commenti che spiegano la soluzione sono fondamentali. Vi aiutano a sviluppare mantenendo sempre la strada corretta.
- Ci sono alcune piccolezze? Dove vengono utilizzate?
-
Se il codice contiene sottigliezze contro intuitive, vale certamente la pena commentarle.
Riepilogo
Un importante qualità che deve possedere un bravo sviluppatore, è quella di saper scrivere dei buoni commenti.
I buoni commenti ci consentono di mantenere il codice in uno stato ottimale, e di poterci tornare dopo un po’ di tempo e capire le scelte prese.
Commenti utili:
- Architettura complessiva, vista ad alto livello.
- Utilizzo delle funzioni.
- Soluzioni importanti, soprattutto quando poco ovvie.
Commenti da evitare:
- Quelli che dicono “come il codice funziona” e “cosa fa”.
- Inseriteli solo se risulta impossibile rendere il codice semplice ed auto-descrittivo.
I commenti vengono utilizzati anche da strumenti che generano documentazione, come JSDoc3: li leggono e generano documenti HTML (o in altri formati).
Commenti
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, per più di 10 righe – utilizza una sandbox (plnkr, jsbin, codepen…)