Immagina di essere un cantante famoso, ed i fan ti chiedono giorno e notte del tuo nuovo singolo.
Per avere un pò di sollievo, prometti di inviarglielo quando sarà pubblicato. Fornisci ai tuoi fan una lista. Loro possono compilarla con la loro email, quindi quando la funzione sarà disponibile, tutti gli iscritti la riceveranno. E anche se qualcosa dovesse andare storto, ad esempio un incendio nello studio, che ti impedisce di pubblicare la canzone, i fan verranno comunque notificati.
Tutti sono felici: tu, perché le persone non ti disturbano più, ed i fan, poiché in questo modo non si perderanno nessuna canzone.
- Un “codice produttore” (producing code) che fa qualcosa e che richiede tempo. Per esempio, il codice che carica uno script remoto. Questo è un “cantante”.
- Un “codice consumatore” (consuming code) che vuole il risultato del “codice produttore” una volta che è pronto. Molte funzioni possono aver bisogno di questo risultato. Queste sono i “fan”.
- Una promise è uno speciale oggetto JavaScript che collega il “codice produttore” con il “codice consumatore”. Nei termini della nostra analogia: questa è “la lista abbonamenti”. Il “codice produttore” si prende tutto il tempo necessario a produrre il risultato promesso, e la “promise” rende il risultato disponibile per tutto il codice iscritto quando è pronto.
L’analogia non è completamente accurata, perché le promise di JavaScript sono più complesse di una semplice lista di abbonamenti: hanno altre caratteristiche e limiti. Ma va bene per iniziare.
La sintassi del costruttore per un oggetto promise è:
let promise = new Promise(function(resolve, reject) {
// esecutore (il codice produttore, "cantante")
});
La funzione passata a new Promise
è chiamata esecutore (executor). Quando la promise è creata, questa funzione esecutore viene eseguita automaticamente. Contiene il codice produttore, che eventualmente produrrà un risultato. Nei termini dell’analogia precedente: l’esecutore è il “cantante”.
I suoi argomenti resolve
e reject
sono delle callback fornite da JavaScript stesso. Il nostro codice sta solamente dentro l’esecutore.
resolve(value)
— se il processo termina correttamente, col risultatovalue
.reject(error)
— se si verifica un errore,error
è l’oggetto errore.
Ricapitolando: l’esecutore parte automaticamente e tenta di eseguire un compito. Quando l’esecuzione termina, viene invocato resolve
in caso di successo, oppure reject
in caso di errore.
L’oggetto promise
restituito ha le seguenti proprietà interne:
state
— inizialmente “pending”, poi cambia in “fulfilled” se viene invocatoresolve
o in “rejected” se viene invocatoreject
.result
— inizialmenteundefined
, poi cambia invalue
se viene invocatoresolve(value)
o inerror
se viene invocatoreject(error)
.
Quindi l’esecutore, alla fine, mette la promise in uno di questi stati:
Più avanti vedremo come questi cambiamenti diventano noti ai “fan”.
Qui vediamo un esempio di costruzione di una Promise ed un semplice esecutore ritardato (tramite setTimeout
):
let promise = new Promise(function(resolve, reject) {
// la funzione è eseguita automaticamente quando la promise è costruita
// dopo 1 secondo segnala che il lavoro è fatto con risultato "done"
setTimeout(() => resolve("done"), 1000);
});
Possiamo vedere due cose eseguendo il codice sopra:
-
L’esecutore è chiamato automaticamente ed immediatamente (da
new Promise
). -
L’esecutore riceve due argomenti:
resolve
ereject
— queste funzioni sono predefinite dal motore JavaScript. Quindi non abbiamo bisogno di crearle. Dovremo invece scrivere l’esecutore per chiamarle quando è il momento.Dopo un secondo di “elaborazione” l’esecutore chiama
resolve("done")
per produrre il risultato. Questo cambia lo stato dell’oggettopromise
:
Questo era un esempio di un lavoro completato con successo, una “fulfilled promise”.
Ed ora un esempio dell’esecutore respingere (rejecting) la promise con un errore:
let promise = new Promise(function(resolve, reject) {
// dopo 1 secondo segnala che il lavoro è finito con un errore
setTimeout(() => reject(new Error("Whoops!")), 1000);
});
La chiamata a reject(...)
sposta lo stato della Promise a "rejected"
:
Per riassumere, l’esecutore dovrebbe svolgere un lavoro (di solito qualcosa che richiede tempo) e successivamente chiamare resolve
o reject
per cambiare lo stato dell’oggetto Promise corrispondente.
La Promise che è soddisfatta (resolved) o respinta (rejected) è chiamata “ferma (settled)”, al contrario di Promise “in attesa (pending)”.
L’esecutore può chiamare solo un resolve
o un reject
. Il cambiamento di stato della promise è definitivo.
Tutte le chiamate successive a ‘resolve’ o ‘reject’ sono ignorate:
let promise = new Promise(function(resolve, reject) {
resolve("done");
reject(new Error("…")); // ignorato
setTimeout(() => resolve("…")); // ignorato
});
L’idea è che il lavoro fatto dall’esecutore può avere solo un risultato o un errore.
Inoltre, ‘resolve’/‘reject’ prevedono solo un argomento (o nessuno) ed ignoreranno argomenti successivi.
Error
Nel caso in cui qualcosa vada male, possiamo chiamare reject
con qualunque tipo di argomento (come resolve
). Ma è raccomandato utilizzare gli oggetti Error
(o oggetti che estendono Error
).
La ragione di questo sarà presto evidente.
resolve
/reject
In pratica, un esecutore di norma fa qualcosa in modo asincrono e chiama resolve
/reject
dopo un po’ di tempo, ma non è obbligato a farlo. Possiamo anche chiamare resolve
o reject
immediatamente, come sotto:
let promise = new Promise(function(resolve, reject) {
// non prendiamo il nostro tempo per svolgere il lavoro
resolve(123); // diamo immediatamente il risultato: 123
});
Per esempio, questo può accadere quando iniziamo a fare un lavoro ma poi vediamo che tutto è già stato completato.
Questo va bene. Abbiamo immediatamente una Promise soddisfatta, non c’è niente di sbagliato in questo.
state
e result
sono interniLe proprietà state
e result
dell’oggetto Promise sono interne. Non possiamo accedervi direttamente dal nostro “codice consumatore”. Possiamo usare i metodi .then
/.catch
/.finally
per questo. Questi metodi sono descritti sotto.
Consumatori (consumers): then, catch, finally
Un oggetto Promise fa da collegamento tra l’esecutore (il “codice produttore” o “cantante”) e le funzioni consumatore (i “fan”), che riceveranno il risultato o un errore. Le funzioni consumatori possono essere registrate (subscribed) usando i metodi .then
, .catch
e .finally
.
then
Il più importante e fondamentale è .then
.
La sintassi è:
promise.then(
function(result) { /* gestisce un risultato in caso di successo */ },
function(error) { /* gestisce un errore */ }
);
Il primo argomento di .then
è una funzione che esegue quando una promise viene risolta, e ne riceve il risultato.
Il secondo argomento di .then
è una funzione che esegue quando una promise viene rifiutata e riceve l’errore.
Per esempio, ecco una reazione ad una promise soddisfatta:
let promise = new Promise(function(resolve, reject) {
setTimeout(() => resolve("fatto!"), 1000);
});
// resolve esegue la prima funzione in in .then
promise.then(
result => alert(result), // mostra "fatto!" dopo 1 secondo
error => alert(error) // non viene eseguito
);
La prima funzione è stata eseguita.
E in caso di rifiuto (rejection) – la seconda:
let promise = new Promise(function(resolve, reject) {
setTimeout(() => reject(new Error("Whoops!")), 1000);
});
// reject runs the second function in .then
promise.then(
result => alert(result), // non vene eseguita
error => alert(error) // mostra "Error: Whoops!" dopo 1 secondo
);
Se siamo interessati solo ai completamenti con successo, allora possiamo fornire solo una funzione come argomento a .then
:
let promise = new Promise(resolve => {
setTimeout(() => resolve("fatto!"), 1000);
});
promise.then(alert); // mostra "fatto!" dopo 1 secondo
catch
Se siamo interessati solo agli errori, allora possiamo usare null
come primo argomento: .then(null, errorHandlingFunction)
. Oppure possiamo usare .catch(errorHandlingFunction)
, che è esattamente lo stesso:
let promise = new Promise((resolve, reject) => {
setTimeout(() => reject(new Error("Whoops!")), 1000);
});
// .catch(f) is the same as promise.then(null, f)
promise.catch(alert); // mostra "Error: Whoops!" dopo 1 secondo
La chiamata .catch(f)
è completamente analoga a .then(null, f)
, è solo un’abbreviazione.
finally
Proprio come c’è la clausola finally
in un regolare try {...} catch {...}
, c’è finally
nelle promise.
La chiamata .finally(f)
è simile a .then(f, f)
nel senso che viene sempre eseguita quando la promise è ferma (settled): che sia soddisfatta o respinta.
finally
è un buon handler per fare pulizia, ad esempio fermare i nostri indicatori di caricamento, dato che non sono più necessari, indipendentemente dall’esito.
Ad esempio:
new Promise((resolve, reject) => {
/* fa qualcosa che prende tempo, poi chiama resolve/reject */
})
// viene eseguito quando la promise è ferma (settled), non conta se con successo o no
.finally(() => ferma l'indicatore di caricamento)
.then(result => show result, err => mostra l'errore)
Tuttavia non è esattamente un alias. Ci sono diverse importanti differenze:
-
Un handler
finally
non ha argomenti. Infinally
non sappiamo se la promise ha successo oppure no. Questo va bene, dato che il nostro compito è solitamente quello di eseguire procedure di finalizzazione “generiche”. -
Finally passa risultati ed errori al prossimo handler.
Per esempio, qui il risultato è passato da
finally
athen
:new Promise((resolve, reject) => { setTimeout(() => resolve("result"), 2000) }) .finally(() => alert("Promise ready")) .then(result => alert(result)); // <-- .then gestisce il risultato
Ed ecco un errore nella promise, passata da
finally
acatch
:new Promise((resolve, reject) => { throw new Error("error"); }) .finally(() => alert("Promise ready")) .catch(err => alert(err)); // <-- .catch gestisce l'oggetto errore
Questo è molto utile, perché finally non è inteso per processare i risultati della promise. Quindi li passa avanti.
Parleremo di più della catena di promise ed il passaggio di risultati tra handler nel prossimo capitolo
-
Ultimo, ma non meno importante,
.finally(f)
è una sintassi più conveniente di.then(f, f)
: non c’è bisogno di duplicare la funzione.
Se una promise è pending, gli handler .then/catch/finally
aspettano il risultato. Altrimenti, se una promise è già ferma, vengono eseguiti immediatamente:
// una promise risolta immediatamente
let promise = new Promise(resolve => resolve("fatto!"));
.catch(err => alert(err)); // <-- .catch handles the error object
promise.then(alert); // fatto! (viene mostrato in questo momento)
La cosa buona è: un handler .then
è garantito per l’esecuzione sia che la promise prenda tempo o che si fermi immediatamente.
Ora, vediamo esempi più pratici di come le promise possano aiutarci a scrivere codice asincrono.
Esempio: loadScript
Abbiamo la funzione loadScript
per caricare uno script dal capitolo precedente.
Ecco la variante basata sulle callback, giusto per ricordarcene:
function loadScript(src, callback) {
let script = document.createElement('script');
script.src = src;
script.onload = () => callback(null, script);
script.onerror = () => callback(new Error(`Script load error for ${src}`));
document.head.append(script);
}
Riscriviamola usando le Promise.
La nuova funzione loadScript
non richiederà una callback. Invece, creerà e ritornerà un oggetto Promise che risolve quando il caricamento è completo. Il codice esterno può aggiungervi handler (subscribing functions) usando .then
:
function loadScript(src) {
return new Promise(function(resolve, reject) {
let script = document.createElement('script');
script.src = src;
script.onload = () => resolve(script);
script.onerror = () => reject(new Error(`Errore di caricamento dello script per: ${src}`));
document.head.append(script);
});
}
Usage:
let promise = loadScript("https://cdnjs.cloudflare.com/ajax/libs/lodash.js/4.17.11/lodash.js");
promise.then(
script => alert(`${script.src} is loaded!`),
error => alert(`Error: ${error.message}`)
);
promise.then(script => alert('Un altro handler per fare qualcos\'altro'));
Possiamo immediatamente vedere alcuni benefit su pattern basato sulle callback:
Promises | Callbacks |
---|---|
Le promise ci permettono di fare le cose nell’ordine naturale. Prima, eseguiamo loadScript(script) , e poi (.then ) scriviamo cosa fare con il risultato. |
Dobbiamo avere una funzione callback a nostra disposizione quando chiamiamo loadScript(script, callback) . In altre parole, dobbiamo sapere cosa fare con il risultato prima che loadScript sia chiamato. |
Possiamo chiamare .then su una Promise quante volte vogliamo. Ciascuna volta, stiamo aggiungendo un nuovo “fan”, una nuova funzione iscritta (subscribing function), alla “lista degli abbonamenti (subscription list)”. Maggiori informazioni a tal proposito nel prossimo capitolo: Concatenamento di promise (promise chaining). |
Ci può essere solo una callback. |
Quindi le Promise ci offrono un flusso migliore e maggiore flessibilità. Ma c’è di più. Lo vedremo nei prossimi capitoli
Commenti
<code>
, per molte righe – includile nel tag<pre>
, per più di 10 righe – utilizza una sandbox (plnkr, jsbin, codepen…)