20 dicembre 2021

Metodi degli oggetti,"this"

Gli oggetti solitamente vengono creati per rappresentare entità del mondo reale, come utenti, prodotti e molto altro:

let user = {
  name: "John",
  age: 30
};

Inoltre, nel mondo reale, un utente può agire: selezionare qualcosa dalla lista degli acquisti, effettuare login, logout etc.

In JavaScript le azioni vengono rappresentate tramite le funzioni.

Esempio di un metodo

Per iniziare, insegniamo a user a salutare:

let user = {
  name: "John",
  age: 30
};

user.sayHi = function() {
  alert("Hello!");
};

user.sayHi(); // Hello!

Qui abbiamo appena utilizzato un’espressione di funzione per creare una funzione ed assegnarla alla proprietà user.sayHi dell’oggetto.

Successivamente possiamo chiamarla. Ora l’utente può parlare!

Una funzione che è una proprietà di un oggetto si chiama metodo.

Quindi, nell’esempio abbiamo un metodo sayHi dell’oggetto user.

Ovviamente possiamo utilizzare una funzione già dichiarata come metodo:

let user = {
  // ...
};

// prima la dichiariamo
function sayHi() {
  alert("Hello!");
};

// poi la aggiungiamo come metodo
user.sayHi = sayHi;

user.sayHi(); // Hello!
Programmazione orientata agli oggetti

Quando scriviamo codice utilizzando gli oggetti per rappresentare le entità, questa viene definita programmazione orientata agli oggetti, in breve: “OOP”.

OOP è una grande cosa, un ambito di interesse con i propri studi. Come scegliere le giuste entità? Come organizzare le interazioni tra loro? Questa è l’architettura di un codice, e ci sono molti libri importanti che trattano questo argomento, come “Design Patterns: Elements of Reusable Object-Oriented Software” di E.Gamma, R.Helm, R.Johnson, J.Vissides oppure “Object-Oriented Analysis and Design with Applications” di G.Booch, e molti altri.

La forma breve dei metodi

Esiste una sintassi più breve per i metodi in un oggetto letterale:

// questi oggetti fanno la stessa cosa

user = {
  sayHi: function() {
    alert("Hello");
  }
};

// la sintassi più breve risulta più carina
user = {
  sayHi() { // equivalente a "sayHi: function(){...}"
    alert("Hello");
  }
};

Come possiamo notare, si può omettere "function" e scrivere solamente sayHi().

A dire la verità, la notazione non è proprio uguale. Ci sono delle sottili differenze legate all’ereditarietà degli oggetti (le studieremo più avanti), ma per ora non hanno importanza. Nella maggior parte dei casi la forma breve viene preferita.

“this” nei metodi

E’ molto comune che, per eseguire determinate azioni, un metodo abbia necessità di accedere alle informazioni memorizzate nell’oggetto.

Ad esempio, il codice dentro user.sayHi() potrebbe aver bisogno del nome dell’user.

Per accedere all’oggetto, un metodo può utilizzare la parola chiave this.

Il valore di this è l’oggetto “prima del punto”, quello che ha eseguito la chiamata del metodo.

Ad esempio:

let user = {
  name: "John",
  age: 30,

  sayHi() {
    // "this" is the "current object"
    alert(this.name);
  }

};

user.sayHi(); // John

In fase di esecuzione, quando viene chiamato il metodo user.sayHi(), il valore di this sarà user.

Tecnicamente, è possibile accedere all’oggetto anche senza this; lo si fa tramite riferimento alla variabile esterna:

let user = {
  name: "John",
  age: 30,

  sayHi() {
    alert(user.name); // "user" piuttosto di "this"
  }

};

…Questo codice è instabile. Se decidessimo di copiare user in un’altra variabile, ad esempio admin = user e sovrascrivere user con qualcos’altro, verrebbe allora effettuato l’accesso all’oggetto sbagliato.

Dimostriamolo:

let user = {
  name: "John",
  age: 30,

  sayHi() {
    alert( user.name ); // porta ad un errore
  }

};


let admin = user;
user = null; // sovrascriviamo per rendere tutto più ovvio

admin.sayHi(); // Errore: non possiamo leggere la proprietà 'name' di null

Se scriviamo this.name piuttosto di user.name all’interno di alert, il codice funzionerà.

“this” non ha limiti

In JavaScript, la parola chiave “this” si comporta diversamente da come fa in molti altri linguaggi di programmazione. Essa può essere usata in qualsiasi funzione, anche se non si tratta del metodo di un oggetto.

Non c’è alcun errore di sintassi in un codice come questo:

function sayHi() {
  alert( this.name );
}

Il valore di this viene valutato al momento dell’esecuzione. E può essere un valore qualsiasi.

Ad esempio, la stessa funzione potrebbe avere diversi “this” quando viene chiamata da oggetti diversi:

let user = { name: "John" };
let admin = { name: "Admin" };

function sayHi() {
  alert( this.name );
}

// utilizziamo la stessa funzione su due oggetti
user.f = sayHi;
admin.f = sayHi;

// queste chiamate hanno un this diverso
// "this" all'interno della funzione è riferito all'oggetto "prima del punto"
user.f(); // John  (this == user)
admin.f(); // Admin  (this == admin)

admin['f'](); // Admin (il punto o le parentesi quadre forniscono entrambi accesso ai metodi - non c'è differenza)

La regola è semplice: se viene chiamato obj.f(), allora, durante la chiamata di f, this si riferisce a obj. Nell’esempio sopra assume il valore sia di user che di admin.

Invocazione senza un oggetto: this == undefined

Possiamo anche chiamare la funzione senza un oggetto:

function sayHi() {
  alert(this);
}

sayHi(); // undefined

In questo caso this è undefined in modalità strict. Se tentiamo di accedere a this.name, ci sarà un errore.

Se non è attiva la modalità strict il valore di this in questo caso sarà l’oggetto globale (window in un browser, lo studieremo più avanti nel capitolo Oggetto globale). Questo strano comportamento ha delle motivazioni storiche, che "use strict" risolve.

Solitamente questo tipo di chiamate significano un errore di programmazione. Se c’è un this all’interno di una funzione, ci si aspetta che sia chiamato da un oggetto.

Le conseguenze della libertà di this

Se avete utilizzato altri linguaggi di programmazione, probabilmente sarete abituati all’idea di un “this limitato”: quando viene definito un metodo in un oggetto, questo avrà sempre in this il riferimento all’oggetto.

In JavaScript this è “libero”, il suo valore viene calcolato durante l’esecuzione e non dipende da dove il metodo è stato definito, ma piuttosto dall’oggetto “prima del punto”.

Il concetto di valutare this durante l’esecuzione ha i suoi pregi e difetti. Da una parte una funzione può essere riutilizzata per oggetti diversi, dall’altra questa grande flessibilità può essere fonte di molti errori.

Il nostro scopo non è di giudicare se questa caratteristica del linguaggio sia buona o cattiva, ma di capire come lavorare con essa sfruttandone i benefici ed evitando i problemi.

Le arrow functions non hanno “this”

Ad esempio, qui arrow() usa this preso dal metodo esterno user.sayHi():

let user = {
  firstName: "Ilya",
  sayHi() {
    let arrow = () => alert(this.firstName);
    arrow();
  }
};

user.sayHi(); // Ilya

Questa è una speciale caratteristica delle arrow functions; è utile quando non vogliamo avere un ulteriore this, ma utilizzare quello del contesto esterno. Più avanti nel capitolo Arrow functions rivisitate studieremo più in dettaglio le arrow functions.

Riepilogo

  • Le funzioni che vengono memorizzate come proprietà di un oggetto vengono dette “metodi”.
  • I metodi consentono agli oggetti di “agire”, come object.doSomething().
  • I metodi possono riferirsi all’oggetto tramite this.

Il valore this viene definito durante l’esecuzione (run-time).

  • Quando una funzione viene dichiarata, può utilizzare this, ma questo this non avrà alcun valore fino a che la funzione non verrà chiamata.
  • Una funzione può essere copiata in vari oggetti.
  • Quando una funzione viene chiamata come “metodo”: object.method(), il valore di this durante la chiamata si riferisce a object.

Da notare che le arrow functions sono speciali: non hanno this. Quando si prova ad accedere a this in una funzione freccia, questo verrà preso dal contesto esterno.

Esercizi

importanza: 5

Qui la funzione makeUser ritorna un oggetto.

Qual è il risultato dell’accesso a ref? Perché?

function makeUser() {
  return {
    name: "John",
    ref: this
  };
}

let user = makeUser();

alert( user.ref.name ); //Qual è il risultato?

Risposta: un errore.

Provate:

function makeUser() {
  return {
    name: "John",
    ref: this
  };
}

let user = makeUser();

alert( user.ref.name ); // Error: Cannot read property 'name' of undefined

Questo avviene perché le regole che impostano this non guardano agli oggetti letterali.

Qui il valore di this dentro makeUser() è undefined, perché viene chiamato dentro una funzione, non un metodo.

Gli oggetti letterali non hanno alcun effetto su this. Il valore di this è unico per tutta la funzione, quindi i blocchi di codice e gli oggetti letterali che vi si trovano dentro non hanno alcuna importanza.

Quindi ref: this prende il this della funzione.

Possiamo riscrivere la funzione e ritornare lo stesso this con valore undefined:

function makeUser(){
  return this; // questa volta non c'e' un oggetto letterale
}

alert( makeUser().name ); // Error: Cannot read property 'name' of undefined

Come possiamo vedere, il risultato di alert( makeUser().name ) è lo stesso di alert( user.ref.name ) nell’esempio precedente.

Qui abbiamo il caso opposto:

function makeUser() {
  return {
    name: "John",
    ref() {
      return this;
    }
  };
}

let user = makeUser();

alert( user.ref().name ); // John

Ora funziona, perché user.ref() è un metodo. E il valore di this si riferisce all’oggetto prima del punto ..

importanza: 5

Create un oggetto calculator con tre metodi:

  • read() richiede tramite prompt due valori e li salva come proprietà dell’oggetto.
  • sum() ritorna la somma dei valori salvati.
  • mul() moltiplica i valori salvati e ritorna il risultato.
let calculator = {
  // ... your code ...
};

calculator.read();
alert( calculator.sum() );
alert( calculator.mul() );

Esegui la demo

Apri una sandbox con i test.

let calculator = {
  sum() {
    return this.a + this.b;
  },

  mul() {
    return this.a * this.b;
  },

  read() {
    this.a = +prompt('a?', 0);
    this.b = +prompt('b?', 0);
  }
};

calculator.read();
alert( calculator.sum() );
alert( calculator.mul() );

Apri la soluzione con i test in una sandbox.

importanza: 2

Qui abbiamo un oggetto ladder che ci consente di salire e scendere:

let ladder = {
  step: 0,
  up() {
    this.step++;
  },
  down() {
    this.step--;
  },
  showStep: function() { // shows the current step
    alert( this.step );
  }
};

Ora, se abbiamo bisogno di eseguire più chiamate in sequenza, possiamo:

ladder.up();
ladder.up();
ladder.down();
ladder.showStep(); // 1
ladder.down();
ladder.showStep(); // 0

Modificare il codice di up, down e showStep per rendere le chiamate concatenabili, come in questo esempio:

ladder.up().up().down().showStep().down().showStep(); // shows 1 then 0

Questo approccio è largamente utilizzato dalle librerie JavaScript.

Apri una sandbox con i test.

La soluzione sta nel ritornare l’oggetto stesso ad ogni chiamata.

let ladder = {
  step: 0,
  up() {
    this.step++;
    return this;
  },
  down() {
    this.step--;
    return this;
  },
  showStep() {
    alert( this.step );
    return this;
  }
};

ladder.up().up().down().showStep().down().showStep(); // shows 1 then 0

Possiamo anche scrivere una singola chiamata per riga. Per catene molto lunghe diventa più leggibile:

ladder
  .up()
  .up()
  .down()
  .showStep() // 1
  .down()
  .showStep(); // 0

Apri la soluzione con i test in una sandbox.

Mappa del tutorial

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